Il Kamishibai: uno strumento didattico alla portata di tutti

Oggi il blog ospita un approfondimento a cura di una collega, insegnante di scuola primaria, che credo possa offrire uno spunto di lavoro davvero interessante nell'area linguistico-espressiva.

Il Kamishibai: uno strumento didattico alla portata di tutti
a cura di Diletta Gatto

Lo studio oggetto del presente articolo prende avvio da una tesi sperimentale in relazione alla disciplina Letteratura per l’infanzia e laboratorio, che è stata discussa presso la facoltà di Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Palermo. La sperimentazione è stata effettuata presso l’ex “D.D. Pietro Novelli” di Monreale, con la docente Rosa Giambruno, diretta dalla D.S. Prof.ssa Chiara Di Prima.
La tesi ha voluto creare un percorso didattico narrativo per la scoperta dell’identità del bambino attraverso la tecnica del Kamishibai. Questo, che letteralmente tradotto significa “teatro di carta”, consente di dare rilevanza all'animazione alla lettura che, ancora oggi, riveste scarsa importanza all'interno delle scuole.
Il mio interesse per questo strumento è nato in Spagna, durante un’esperienza Erasmus.
Il filo conduttore della sperimentazione è stato la scoperta del sé nell'alunno attraverso il racconto, cercando di uscire da quella che è una dimensione individualistica e di aprirsi all'altro cogliendone le caratteristiche salienti.
Nel linguaggio scolastico si parla spesso di innovazione: con questa parola il più delle volte facciamo riferimento al digitale, anche se alla stessa si può pervenire anche utilizzando una tecnica della “vecchia tradizione”. È per l’appunto quello che ho deciso di fare con il Kamishibai. Lo strumento nasce nel corso degli Anni Venti del ‘900, in uno dei quartieri più importanti di Tokyo, con la figura del racconta-storie, che tra le altre cose si dedicava anche a vendere dolci da paese in paese usando la bici per muoversi. Dopo la depressione economica degli Anni Trenta, l’arte del raccontare storie diventò un lavoro per la sopravvivenza. Ebbe così origine il Kamishibai di strada.

http://www.kamishibaitalia.it/

STRUTTURA
La sua struttura è composta da due parti:

  • Il butai, che sarebbe la struttura in legno: una volta aperte le due ante prende la forma di un teatro. Nella parte posteriore c’è una fessura dove vanno inserite le diapositive.
  • Le storie, formate da diapositive, raffigurano da un lato le immagini, che è quello che vede lo spettatore e dall'altro il testo del racconto, che è ciò che vede il narratore.

La narrazione si attua inserendo le diapositive nella parte posteriore del butai. Ogni immagine è numerata. Il testo della prima illustrazione appare sul retro dell’ultima diapositiva. Il narratore legge il racconto da dietro e fa scorrere la prima tavola dietro l’ultima. Così si prosegue con ogni diapositiva, dando ritmo alla narrazione, che può essere incalzante e movimentato o anche lento, disteso e modulato.


Caratteristiche del Kamishibai
In quanto alle caratteristiche tecniche del Kamishibai possiamo citare le seguenti:

  • semplicità dei testi e delle immagini;
  • messaggi diretti in forma chiara e concisa;
  • frasi corte nel testo, per non perdere l’attenzione dello spettatore;
  • assenza delle descrizioni a favore dei disegni e dei dialoghi dei personaggi, dando ritmo al racconto;
  • il numero dei personaggi, che suole essere in numero ridotto;
  • i protagonisti, che possono essere persone o animali;
  • i disegni grandi e con tratti molto chiari per poter essere visti da una certa distanza;
  • raffigurazione frontale per attrarre l’attenzione dello spettatore e causare l’impatto;
  • importanza al colore dello sfondo per risaltare il disegno o la scena principale.
Poiché si tratta di un oggetto che non si è soliti utilizzare nella didattica, la tecnica del Kamishibai ha la capacità di creare un effetto magico e affascinante, al di là dell’attenzione che riesce a catturare in un bambino ma anche negli adulti.
Questo effetto viene ottenuto grazie alla lettura e al teatrino, quest'ultimo in particolare crea un ambiente speciale e di sorpresa: il movimento delle lamine fa crescere l’emozione e fa sì che gli spettatori pensino e anticipino quello che potrebbe succedere nella lamina seguente, favorendo così la concentrazione.
L’effetto gruppo che si crea dà la possibilità di condividere i sentimenti che vengono sperimentati, ridendo o gridando per la paura tutti insieme e adattando l’intonazione dell’interprete all'ambiente che si è creato.
Un aspetto importante da tenere in conto è l’interpretazione, perché non basta solo avere dei buoni racconti, ma altrettanto importante è la modalità con cui la storia viene interpretata e raccontata.

Accorgimenti

  • Una volta scelta l’opera, leggerla prima per captare e assimilare il messaggio.
  • Prima della rappresentazione ripassare l’ordine delle lamine.
  • Usare il teatrino con le due porte pieghevoli.
  • Tenere vicino il teatrino e con il volto rivolto verso il pubblico, assicurandosi che dietro non ci sia nessuno che distragga o renda difficile l’attenzione.
  • Aprire le due porte del teatrino piano piano e leggere, facendo risaltare bene il nome dell’autore, dell’illustratore e il titolo della storia.
  • Non esagerare le espressioni.
  • Fare scivolare le lamine verso l'esterno e inserirle nella parte di dietro con un effetto drammatico, rapido, lento, ecc…
  • Dedicare attenzione specifica al finale della storia.
  • Chiudere le due porte del teatrino piano e in ordine.
Possibilità didattiche con il Kamishibai
A questo punto possiamo dire che il Kamishibai è uno strumento didattico molto interessante, che attrae l’attenzione degli spettatori, al di là della sua capacità di suscitare emozioni.
Sappiamo che anche il racconto tradizionale attrae e mobilita emozioni, però la differenza è che il Kamishibai è molto elaborato e nella sua elaborazione è molto divertente, facile e stimolante.
Il fatto di collocarsi dietro al teatrino e leggere il testo, senza che il protagonista sia la stessa persona che legge, fa sì che molte persone possano avere il coraggio di relazionarsi e raccontare una storia di fronte a un gruppo senza paura. Questo favorisce l’animazione e la promozione della lettura e aiuta a migliorare la narrazione ad alta voce. I bambini, all'incirca fino ai sette anni, non amano leggere da soli dei racconti, soprattutto se presentano dei problemi o difficoltà linguistiche, poiché queste influiscono e creano difficoltà sul modo di seguire o leggere un racconto. Al contrario, ho potuto sperimentare come, per questi bambini, l’uso del Kamishibai e la narrazione a voce alta aiutano a raccontare storie e a rendere più sereno e rilassato l’approccio alla lettura.
Per i bambini e le bambine di 11/12 anni, può essere utilizzato come produzione, allo scopo di potenziare il piacere della lettura, l’espressione verbale, la creatività e migliorare la narrazione. È un modo diverso di introdurli alla lettura, alla scrittura e al disegno con metodologie maggiormente attrattive.
L’utilizzo del Kamishibai nella didattica, non mira a sostituire il racconto tradizionale, ma può costituire un modo per ampliare, stimolare e arricchire l’interazione didattica e l’apprendimento.
Seguendo la prospettiva di Gardner possiamo considerare che queste possibilità didattiche innovative, contribuiscono a un’educazione costruttivista nella quale il bambino è il principale protagonista dell’educazione, partendo dalle sue esperienze, interessi, conoscenze.
Fondamentale è mettere in risalto il carattere dell’interdisciplinarità dello strumento con il quale si può lavorare garantendo anche dei percorsi di storia, di arte e immagine, oltre che di matematica. Inoltre, il Kamishibai è applicabile ai diversi gradi dell’istruzione scolastica, differenziandone la difficoltà dei contenuti.
È da specificare che ai fini della realizzazione di una proposta didattica laboratoriale, oltre a poter acquistare il Kamishibai online in alcuni siti specializzati, è possibile costruirlo in aula facendo uso del materiale di riciclo. È un’attività divertente nella quale gli alunni sono impegnati in una situazione in cui si sentono protagonisti attivi dell’apprendimento.
Molto spesso, dietro le diapositive delle storie che si possono acquistare o realizzare, al di là del testo scritto, ci sono le istruzioni su come spostare rapidamente le immagini o utilizzare un tono di voce appropriato a ciascun carattere. Queste regole consentono a insegnanti, genitori o attori teatrali di usare il Kamishibai con facilità.

In conclusione, grazie al Kamishibai a scuola sia il docente che l'alunno non finiscono mai d’imparare, specialmente quando si diventa protagonisti dell’apprendimento.

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