A proposito di pregrafismo


Preparando l'open day della scuola primaria, con le colleghe ho riflettuto a proposito di pregrafismo: come strutturarlo, perché, quando e quanto.
Mi è venuto in mente, quindi, un laboratorio che avevo svolto all'università. Lo scopo era far comprendere agli insegnanti l'importanza del pregrafismo, non tanto come mera riproduzione di lettere e numeri (che alla lunga può stancare) ma come allenamento alla coordinazione visuo-motoria delle forme base della scrittura.

Le forme base della scrittura, infatti, anche se ad una prima occhiata non appaiono come le semplici lettere dell'alfabeto, ne sono i prerequisiti e allo stesso tempo diventano facilmente le lettere stesse, sia in stampatello maiuscolo che in corsivo.

Se volete approfondire, un capitolo del testo "L'inclusione dell'insegnante di sostegno nel gruppo classe. Riflettere ed innovare" (di Ottavia Albanese e Loredana Mercadante) è dedicato proprio a questo.
Seguendo le indicazioni dell'autrice del contributo ho utilizzato uno schema di base su cui lavorare con le forme grafiche; per dare una cornice di senso ho creato una brevissima storia guida in cui il tappeto volante di Aladino perde i suoi decori per colpa del genio distratto e deve essere decorato di nuovo.


Possiamo dire che si tratta dell'evoluzione delle tradizionali "aste", o semplicemente della loro riscoperta in una cornice di senso nuova e supportata da studi e ricerche.

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