La Buona Scuola e la "teoria del gender"

In questi giorni, tramite mail, Facebook, Whatsapp e altro, si sta diffondendo una serie di notizie le quali hanno come oggetto la cosiddetta teoria del gender, in riferimento in particolare alla riforma de "La Buona Scuola": in questi messaggi si chiede a genitori e insegnanti di andare in Comune a firmare in favore di un referendum abrogativo della riforma, per bloccare anche il cosiddetto "indottrinamento gender".
Mi sembra doveroso fare delle precisazioni, innanzitutto per i genitori che giustamente sono all'oscuro dei contenuti della riforma, ma anche per alcuni insegnanti, che nei gruppi e nelle pagine scolastiche su internet fanno girare queste notizie.

Infatti, la possibilità di firmare nei Comuni per il referendum abrogativo de "La buona scuola" c'è ed è libera scelta di ciascuno decidere se farlo o no, non entrerò certo nel merito di una riforma già ampiamente discussa ovunque... ma dal firmare per il referendum abrogativo a dire che bisogna firmarlo per bloccare la cosiddetta "ideologia gender", ne passa! Nella riforma non c'è alcun riferimento a una teoria del gender, vediamo di fare corretta informazione riportando esattamente il passaggio incriminato della riforma, poi valuterete voi il contenuto.
Il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei princìpi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni.
Parità, prevenzione della violenza e delle discriminazioni. Insomma, non c'è alcuna "norma/teoria/complotto sul gender". Quindi, se si vuole firmare per il referendum abrogativo perché si è contrari alla riforma è un discorso, ma firmarlo per bloccare una norma che non esiste, è fare un favore a chi ha messo in giro questa notizia sperando di bloccare la riforma in sé, approfittando della buona fede delle persone.

La scuola italiana non sta cercando di mettere in piedi programmi, progetti pro-gender: gli insegnanti di oggi hanno ben altri problemi a cui pensare. La confusione è sorta qualche mese fa a causa di alcuni progetti a carattere locale che hanno coinvolto alcune scuole del Nord-Est... o la famosa vicenda dei libri a Venezia. Ebbene, anche questi progetti (che nelle scuole si sono sempre fatti), non vogliono indottrinare i bambini, ma sensibilizzare, per quanto possibile in base all'età e al grado d'istruzione, su temi come la parità di genere e le discriminazioni di ogni tipo, in particolare la lotta agli stereotipi. Come ogni singolo progetto si sia svolto non è compito mio giudicarlo... va visto da caso a caso, ma le intenzioni erano esclusivamente queste.
O vogliamo tornare a qualche anno fa, quando nelle guide didattiche si trovavano (e si trovano ancora) stereotipi come questi (pagina tratta dalla guida "Io..." del 1998, gentilmente concessa da una collega della scuola dell'infanzia)?

Commenti

  1. Alcuni commenti su questo articolo, tratti da Facebook:
    "Semplici righe in cui almeno si parla in modo semplicissimo e chiarissimo di una faccenda sicuramente un po' troppo strumentalizzata";
    " Fa piacere sentire da un'altra insegnante parole serene rispetto a tutte le sciocchezze e alle previsioni da fine del mondo che stanno girando";
    "Per scegliere bisogna informarsi";
    "Mi sembrava si stesse facendo un po' di confusione... Meglio chiarire!";
    "Sacrosanto! Si legge velocemente ed alla fine c'è una pagina di sussidiario da guardare bene, tanto per aver presente a cosa mirano i detrattori!";
    "Condivido un post molto interessante per fare finalmente un po' di chiarezza...";
    "Tanto per essere chiari...";
    "Scegliere è giusto... farsi scegliere...";
    "Iniziamo a far girare qualcosa di sensato...".

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  2. La teoria del gender non riguarda affatto quei valori di lotta agli stereotipi o di valorizzazione della diversità o di pari opportunità che già facevano parte degli insegnamenti nelle nostre classi. La teoria del Gender NEGA l'identità sessuale del/la bambino/a e gli racconta che lui/lei si sbaglia se crede di essere un maschietto o una femminuccia perché ancora nn può saperlo. CONFONDE i bambini. Li DESTABILIZZA. ANTICIPA conoscenze sessuali che un genitore HA IL DIRITTO di affrontare come meglio crede con il proprio bimbo di 4,5 o 6 anni. !

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    1. Gentile Anonimo, dove è scritto che nella scuola italiana si stia facendo o si farà tutto ciò? Non certo nella riforma né in alcun altro documento ufficiale. Non serve questo allarmismo, soprattutto su una cosa che al momento non c'è.

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    2. Credo che il commentatore/commentatrice iniziale abbia le idee un po' confuse. Tralasciando quanto è scritto o meno nella riforma, quello su cui si batte il chiodo non è assolutamente la negazione ad alcun diritto genitoriale, nè l'identità sessuale di alcun individuo. Anzi, aiuta a smontare stereotipi che sono alla base di false credenze. Cose, tra l'altro - questo è vero - che gli insegnanti (o almeno, spero la maggior parte di loro) fanno già da tempi immemori. Si tratta dunque di qualcosa che non nega, non distrugge, non confonde e non destabilizza proprio niente, e, se vogliamo dirla tutta, non introduce nemmeno qualcosa di nuovo.

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  3. È una singolare attitudine quella di chi tenta di screditare tutto ciò che non è alla portata della sua comprensione. Sono proprio le persone dalla scarsa intellettualità quelle che negano agli altri la libertà di avere valori i quali, proprio perché non influiscono sulle libertà altrui, sono scelte personali insindacabili. Gli individui poco dotati intellettivamente premono con insistenza per limitare la libertà altrui perché temono di vedere ostacolata la propria libertà.

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  4. Finalmente un articolo che fa chiarezza! Lo condivido volentieri!

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  5. Altri commenti da Facebook:
    "Finalmente un articolo non di parte e che spiega esattamente come stanno le cose...";
    "Letto ora è tutto chiaro... grazie";
    "Da diffondere assolutamente...";
    "Magari se ci informa... male non fa...".

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