Schede sì o schede no (alla primaria)?

Oggi vorrei parlarvi di una cosa che mi sta a cuore: l'utilizzo delle schede didattiche nella scuola primaria.
La mia formazione universitaria in Bicocca mi ha portato a entrare a scuola con tanta voglia di modernizzare tutto, a tal punto da abbandonare l'uso smodato delle schede.

L'uso delle schede: pro e contro

Non ci sono testi specifici che parlano di uso delle schede sì o no, ma le teorie di riferimento sono chiare: a partire dalle scuole attive e poi grazie al sociocostruttivismo abbiamo capito che al bambino serve l'esperienza, il mettere le mani in pasta, il costruire pian piano attivamente la sua conoscenza; questo va abbastanza contro l'uso delle schede intese come mera applicazione ed esercitazione individuale.
Nell'osservazione delle esperienze di vita di classe, ho visto insegnanti più tradizionali utilizzare schede come fossero l'unica strategia possibile, insegnanti contrarie che si ostinano a non ricorrervi e insegnanti che riescono a mediare in maniera, a mio parere, coscienziosa.

Le domande che mi sono posta
Alla fine, ho cercato di venire incontro al problema cercando di pormi alcune domande, come sempre. Perchè uso le schede? Quando le uso? In quali casi sono didatticamente efficaci?
Alcune risposte sono ovvie e comuni a tanti insegnanti: uso le schede perché sono veloci, mi permettono di fare in un'ora il doppio di ciò che farei facendo scrivere gli esercizi ai bambini, le uso quando ho fretta e non ho tempo di preparare delle attività o quando i bambini sono stanchi e per loro scrivere sarebbe troppo faticoso, le uso quando vedo che servono, che portano a dei risultati.
Poi i genitori: se vedono il lavoro sulla scheda (o in generale sul quaderno) sanno che è stato fatto, sono più contenti e tranquilli, anche se magari lo stesso esercizio si sarebbe potuto fare a voce alla lavagna.

Personalmente l'idea (sicuramente in divenire) che mi sono fatta è la seguente: mediare, ovvero alternare metodi e strategie. Non abbandonare le schede, perché servono a scopi ben precisi, ma non abusarne, perché i bambini hanno diritto di imparare attivamente e di non annoiarsi.

Alcune cose da tener presenti
Alcuni punti saldi che ho trovato possono essere così riassunti:
- utilizzare le schede in misura sempre minore man mano che i bambini crescono: in prima (ne ho avuta esperienza diretta), i bambini hanno bisogno di "studiare" un nuovo strumento, il quaderno, ed è giusto che lo utilizzino in tanti modi sia scrivendovi direttamente sia incollandovi schede. Ma le schede in prima hanno un enorme vantaggio: tolgono ai bambini il peso della scrittura (ancora incerta), per lasciare spazio alla possibilità di fare un numero maggiore di esercizi. Quindi via libera alle frasi scritte sul quaderno, alle poesie, al dettato ma per quanto riguarda l'ortografia togliamo ai bambini quel peso eccessivo e forniamogli pure schede per esercitarsi; sempre ovviamente dopo aver compreso la regola attraverso la discussione insieme e gli esempi, magari alla lavagna. Lo stesso vale per matematica: sì alle operazioni in colonna sul quaderno, o a lunghe file di numeri i primi giorni, ma se voglio fare tante operazioni una bella scheda non fa male a nessuno. Poi, ogni anno, grazie alle capacità di resistenza alla fatica dei bambini in continua crescita, allora potremo diminuire sempre il numero, conservando le schede per il ripasso individuale e le verifiche.
- utilizzare schede solo per materie che lo richiedono: le schede di ortografia, di matematica sono legittime e utili in molti casi, ma in altre materie possono benissimo essere sostituite dall'esperienza diretta e dal lavoro sul quaderno. Alcuni esempi: perché fare scienze con le schede? Scienze si fa con l'osservazione diretta di fenomeni, con gli esperimenti in classe poi giustamente descritti (a parole e con disegni) sul quaderno in resoconti dettagliati; la scheda può essere riassuntiva, di riepilogo e verifica ma non sostitutiva dell'esperienza diretta;
- non utilizzare schede per arte e immagine: tolti alcuni esperimenti di colorazione di quadri famosi (che alla scuola materna portano a bei risultati, ad esempio), ritengo che fare arte con le schede sia un'offesa all'arte. Immagine alla primaria si fa sperimentando tecniche, giocando con i colori, riproducendo dal vivo piante e fiori, andando in gita con il bloc-notes da disegnatore; non completando una scheda fosse anche la più bella del quaderno operativo. Piuttosto dedichiamo meno tempo ad arte e immagine, ma quando la proponiamo rendiamola qualcosa di attraente e divertente (io ci ho provato qui: Anche in prima si può fare arte).

Infine, mai rassegnarsi a porsi domande: un uso critico delle schede è fondamentale. Non chiediamoci se le schede servono o non servono, ma se servono in quel momento lì e per quella attività lì. Perché l'insegnamento non è astratto, ma è nel qui e ora e soprattutto con questi bambini qui, che magari sono completamente diversi da quei bambini là.

Commenti

  1. Cara Lorena, io purtroppo faccio parte della schiera delle fanatiche (al contrario) e, come puoi leggere nel post pubblicato più di un anno fa sul blog dei Topipittori, "Detesto le fotocopie" http://topipittori.blogspot.it/2013/05/detesto-le-fotocopie.html

    So che la mia posizione è molto rigida, ma credo sia una sorta di risposta condizionata ad un abuso delle fotocopie assolutamente ingiustificato, e che credo responsabile di molte mancate competenze dei nostri ragazzi.

    Tu cosa ne pensi?

    A presto

    Antonella

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    1. Cara Antonella, innanzitutto scusa per il ritardo, ma non mi è arrivata notifica del commento (devo controllare le impostazioni!).
      Sì, avevo letto il tuo post e l'ho trovato interessante. Io avevo una posizione molto rigida durante l'università, in cui mai abbiamo parlato di fotocopie, ma solo di percorsi in cui i bambini partecipassero in maniera attiva, lavorando molto insieme, su cartelloni, mappe, quaderno ovviamente. Poi nella quotidianità (soprattutto in una prima) mi sono in parte ricreduta: ritengo che ora le schede comunque servano a sintetizzare, a memorizzare, a faticare un pochino meno.
      Forse davvero la tua reazione è dovuta a un abuso di fotocopie che certo è dannoso, sono d'accordo.
      Il giusto mezzo è sempre la soluzione ideale!

      Lorena

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  2. Ci mancherebbe, Lorena. A volte credo che dovrei ammorbidirmi un po', poi penso ai meravigliosi quaderni dei miei bambini, ricchi di disegni, frasi, riflessioni condivise, pensieri in libertà...e subito la parola scheda si allontana dai miei pensieri così com'era arrivata:)
    Buon lavoro, a presto
    Antonella

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    1. Vedendo i tuoi lavori sul blog, certo che le schede si brucerebbero tutte! Ma non tutte hanno la pazienza di creare percorsi così interessanti come fai tu :-)

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  3. Sono una mamma di un bimbo seguito da logopedista psicomotricista e ins di sostegno, con lui hanno usato molto le schede perchè fatrica a scrivere (è in prima elementare) - troppe schede no ma in casi di bimbi che fanno fatica sono molto utili!!!!

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    1. Grazie della precisazione. Nell'articolo non ho parlato dei bambini con Bisogni Educativi Speciali, che hanno bisogno di attenzioni diverse. Completamente d'accordo con te: i bambini che faticano hanno bisogno di schede per alleviare la fatica e dedicarsi con più attenzione al compito. Un po' come se le schede fossero, in questo caso, uno strumento compensativo, o anzi, una misura dispensativa, meglio dire.
      Nell'articolo, infatti, lo dico: soprattutto in prima, o comunque per argomenti che lo richiedono (o in questo caso di fronte alle difficoltà) la scheda può solo far bene perché permette di risparmiare fatica. Il giusto sta nel mezzo, dicevano gli antichi.
      Grazie ancora della precisazione utilissima!

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