Un bambino, una difficoltà e una bellissima poesia

L'idea di questo post nasce in un gruppo Facebook, grazie a una mamma che mi ha concesso di condividere con voi questo bellissimo episodio di vita scolastica.

Andrea, un bambino con Bisogni Educativi Speciali, che dimostra una "eccessiva" (dicono le insegnanti) lentezza nel compiere i suoi compiti scolastici, in un momento dedicato alla poesia, scrive queste poche ma significative rime:



CHE BESTIA SONO
Mi sento dentro come una tartaruga
che mangia la lattuga
invece vorrei essere
come un leone
che mangia il pavone.

Una poesia piccola ma lucidissima. Ecco, dunque come la poesia può permettere ai bambini di esprimere le loro emozioni.
Io ho studiato tanto la didattica della poesia e nella mia tesi (e relativo percorso didattico di cui parlo nel post Fioriti dalla parola: strategie di scrittura in versi) ho proprio cercato di avvicinare i bambini alla poesia prima a partire dal vero senso dell'arte poetica: il sentimento. Scriviamo poesie per raccontare qualcosa che c'è dentro di noi, leggiamo poesie per emozionarci. Nel mio lavoro con la poesia, prima di passare a testi più complessi, a figure retoriche codificate e a molto altro cui la tradizionale didattica ci ha abituati, cerco di far avvicinare i bambini al testo poetico facendo capire loro che la poesia è un mondo. Come potrete vedere nel percorso che ho linkato sopra, utilizzo lo stile del poeta Kenneth Koch, il quale spiegava ai bambini come scrivere poesie semplici, magari non ricche di figure retoriche ma piene di emozione. Infatti, da quel percorso erano nate molte poesie scritte dai bambini, migliori di quanto possiamo immaginare. Un giorno ve le posterò, perché sono magnifiche.

In questa poesia traspare tutta l'emozione che Andrea si porta dentro, raccontata in due semplici similitudini.
Al valore pedagogico della poesia (e quindi la sua capacità di far emergere rabbia, solitudine, paura, altrimenti nascoste), qui si aggiunge una riflessione più importante: il desiderio da parte di un bambino di essere compreso per quello che è e che vorrebbe essere. Si tratta di una poesia bellissima nella sua tragicità. Bellissima perché per una volta la scuola ha dato lo spazio (voluto o non voluto) per esprimere un'emozione. Bellissima perché ci permette di capire il mondo di Andrea.

La maestra avrà capito, grazie a questa poesia, quanto pesa in questo bambino la fatica di stare al passo con gli altri? Noi ce lo auguriamo.

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