Il contratto didattico e gli obiettivi personalizzati

All'inizio di ogni anno scolastico, incontrando una nuova classe o ritrovando bambini già conosciuti ci si pone il problema del contratto didattico, ovvero di come far passare quelle regole basilari fondamentali per star bene in classe.
Ritengo che il contratto didattico sia una cosa fondamentale che non va tralasciata; in ogni classe, che sia una prima o una quinta, nei primi giorni, insieme a un po' di accoglienza, va lasciato uno spazio dedicato alla messa in comune di regole condivise.

Contratto didattico: regole di classe

Parlando di teorie, in psicologia dell'educazione, si parla di contratto didattico in termini generali, facendo riferimento in particolar modo alla didattica intesa come trasmissione di saperi (contratto di insegnamento, di apprendimento e di contenuto), ma a me piace allargare il significato di contratto didattico alle regole che governano una buona relazione in classe.
Se da una parte, quindi, come vuole la teoria, il contratto didattico è l'insieme di regole non scritte che governano il processo di insegnamento/apprendimento (e dunque il fatto che gli alunni sanno che l'insegnante è lì per insegnare e loro sono a scuola per apprendere, quindi il riconoscimento dei rispettivi ruoli), dall'altra il contratto didattico può essere esteso alla consueta definizione di regole comuni che più o meno, in un modo o nell'altro, gli insegnanti della scuola primaria sono soliti fare.

Come lo utilizzo?
Nello specifico, è consuetudine decidere le regole insieme ai bambini; altri insegnanti invece arrivano già a scuola con il cartellone delle regole pronto per essere appeso. Io, come al solito, amo la via di mezzo: cerco di portare i bambini a enunciare tutte le regole che io ho in mente, con vari stratagemmi.
L'anno scorso, essendo in prima, volevo creare un cartellone che ci accompagnasse tutto l'anno ricordandoci le regole basilari dello star bene insieme. Per aiutare però io bambini a pensare ad alcune regole, ho preparato delle fotocopie ricche di disegni, ognuno dei quali rappresentava una regola. Era il loro primo anno alla scuola primaria e temevo che avessero timore a parlare o che finissero per non pensare a tutte le regole che io volevo far presenti, così le fotocopie sono state d'aiuto.
Ragionando e discutendo insieme sulle illustrazioni, ogni coppia di bambini ha detto una regola e colorato il disegno corrispondente che poi è stato incollato su un cartellone con la regola ovviamente scritta da me (eravamo in prima!). Il cartellone è stato firmato da tutti i bambini, come segno di un patto che doveva essere essere sancito in modo ufficiale.
I bambini di solito prendono bene questo tipo di proposta. Ovviamente man mano che i bambini crescono, l'attività può essere variata: dalla seconda in su i bambini saranno in grado di trovare da soli le regole, in grande o piccolo gruppo, di scrivere e firmare un vero contratto didattico, magari personalizzato in base alle loro necessità.

Un approfondimento: gli obiettivi personalizzati
A proposito di obiettivi e regole personalizzate, io già con i bambini di prima sono solita discutere sulle regole che ciascuno deve rispettare o fa fatica a rispettare. Ci sono regole (stare seduti, stare in silenzio, usare bene le mani) che per alcuni bambini sono facilissime da rispettare mentre per altri (per i più svariati motivi: disattenzione, iperattività, problemi di comportamento) sono più difficili.
Per questo motivo, oltre a stabilire regole comuni, ogni settimana chiedo ai bambini qual è la loro sfida di comportamento per i giorni successivi. Spesso, anche se non lo crediamo, i bambini sanno perfettamente quali sono gli ostacoli più grandi per loro e si rendono conto di quali regole sono per loro più difficili da rispettare. Concordando con i singoli bambini una regola, un obiettivo alla volta da raggiungere, vedrete che pian piano i bambini inizieranno a responsabilizzarsi. Magari non rispetteranno comunque la regola, ma almeno ci proveranno o inizieranno a fare una riflessione metacognitiva in proposito.

Le regole: quali e con quale linguaggio

Le regole variano a seconda della classe e del metodo di lavoro scelto, ma alcune sono universali. Il consiglio più grande è di volgerle sempre al positivo, evitando il NON (anche i 10 Comandamenti dell'Antico Testamento sono al positivo).

Alcune regole utili comuni a tutte le classi possono essere (queste sono quelle che ho scelto per la prima):
- rispettare il silenzio quando è il momento;
- stare seduti al proprio posto;
- alzare la mano per chiedere la parola;
- buttare l'immondizia nella spazzatura;
- rispettare la fila;
- aiutare i compagni in difficoltà;
- aspettare il proprio turno per parlare;
- tenere ordinata la classe;
- salutare gli altri;
- tenere in ordine le proprie cose.
Rispetto ai disegni delle due schede (che ho utilizzato per creare il cartellone con i bambini), ora aggiungerei "usare le mani e i piedi solo per aiutare e non per picchiare", visto che a volte, purtroppo capita!
Le regole possono essere tante e le più diverse; c'è chi consiglia di dare poche regole ma ferree, chi ne dà fin troppe... insomma, ogni insegnante saprà trovare il giusto mezzo, anche pensando al gruppo di bambini che avrà di fronte.

P.S.: le due schede che allego sono composte da immagini tratte da google, spero di non violare alcun copyright; in caso contrario prego di avvisarmi e le rimuoverò.

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